Basket di Redazione , 18/02/2021 12:34

Il ritorno di Frosini: Pugno alzato e combattere

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Alessandro Frosini ben tornato. Per modo di dire, visto che da molti anni vive a Verona con la sua famiglia.

“Mi sento veronese a tutti gli effetti”.

Un bel ritorno, comunque….

“Vorrei ringraziare la società, la famiglia Pedrollo e Alessandro Giuliani, per l'opportunità concessa”.

E’ stata una decisione molto rapida?

“Dalla prima chiamata alla decisione finale è stata cosa di poche ore, perché sono grato e legato a questa società. Sono arrivato a Verona 30 anni fa da Siena, mia moglie è veronese, qui vive la mia famiglia, i miei figli sono tesserati per la Scaligera (due gemelli del 2007, ndr). Non dico che fosse uno dei miei obiettivi, ma sono molto stimolato e sono consapevole della scelta fatta. C’è tanto da fare”.

Il lavoro non è facile…

“Entrare in corsa in una situazione già delineata, con la squadra già costruita non è mai semplice. La squadra sta viaggiando ampiamente sotto le previsioni, credo che il mio arrivo sia dovuto al fatto di dare una sterzata. Penso che ci sia da lavorare tanto sulla squadra, soprattutto sulla testa dei giocatori, cercando di motivarli e di trovare energie maggiori”.

Conosce bene Ramagli?

“Ho già lavorato da giocatore con Ramagli a Biella e a Reggio Emilia e mi sono trovato molto bene. Abbiamo iniziato a scambiarci delle idee per avere fin da subito un’inversione di rotta”.

La classifica della Tezenis è assolutamente deficitaria…

“Mi sono trovato in una situazione molto simile, ancora da giocatore, 10 anni fa a Reggio Emilia. Però non stavo bene e ho cercato di aiutare la società a fare scelte migliori per salvarci, come poi siamo riusciti a fare”.

E Verona?

“Siamo davanti a una situazione molto particolare, sono appena arrivato. Vorrei viverla più dall’interno per capire le dinamiche, anche se il problema principale secondo me è di testa. Voglio lasciare lavorare il coach perché credo nella sua forza di grande motivatore. Vediamo come stanno lavorando i ragazzi, già questa settimana senza partite in mezzo, a Biella ha inciso poco, ci aspettavano di più, ma non dobbiamo guardaci indietro”.

State valutando di andare sul mercato?

“Tireremo le somme e poi se c’è da andare sul mercato ci andremo, naturalmente dopo aver chiesto l’ok dalla proprietà, cercando di fare scelte per il bene della squadra”.

Come giudica il mercato, offre meno o di più in questa situazione ancora di emergenza sanitaria?

“E’ un mercato difficile, c’è poco dove poter attingere, esplorare. La grande differenza con la serie A sono i due soli visti che frenano, condizionano le mosse delle società”.

Come vede la situazione della Scaligera da giocatore e non da direttore sportivo?

“Premetto che finora l’ho vista solo da fuori. La sensazione è che questa squadra non riesca ancora ad esprimersi con il massimo potenziale e giochi con il freno a mano tirato. Forse per questioni fisiche, non solo infortuni ma anche gli stop legati al Covid, è un problema grosso. Fermarsi e ripartire dopo una lunga sosta non è facile, basta guardare anche la squadra che abbiamo, con giocatori un po’ avanti con l’età”.

E’ già andato al campo?

“Già da ieri ho visto Ramagli, sta cercando di cambiare anche il sistema di gioco per far emergere le qualità e il talento che questa squadra ha. Ma bisognerebbe stare bene, purtroppo abbiamo ancora tanti acciacchi da sistemare”.

Frosini è stato un grande centro, da pivot che cosa può dire dei lunghi della Tezenis e quali sono le potenzialità inespresse nel gioco sotto, magari anche con gli esterni?

“Già non avere avuto Pini per buona parte della stagione è un grosso limite, la squadra pensata con Giovanni che veniva da dietro avrebbe spostato gli equilibri, se sta bene è signor giocatore per l’A2. Quanto agli esterni purtroppo non siamo riusciti a vedere ancora il vero Caroti, tartassato dagli infortuni, sta ancora cercando di recuperare dall’ultimo guaio fisico. Quando avremo lui in ottima forma sicuramente questa squadra andrà molto meglio”.

Ramagli, quanto conta l’esperienza che ha avuto con lui da giocatore?

“Si presenta da solo. Carriera ottima, forse una parentesi sfortunatissima qua a Verona con quel maledetto quarto di finale in un campionato dominato. Io ho giocato per lui, so quello che è in grado di trasmettere alla squadra, riesce a motivarti, come farti giocare e dare il miglio di te anche per il bene della squadra. Poi ogni squadra cambia modo di giocare, sono rari gli allenatori che fanno sempre lo stesso gioco, bisogna adattarsi ai giocatori e alle loro caratteristiche”.

E la Tezenis in generale?

“Speriamo che questi giocatori riescano a trovare la forza mentale per reagire. C’è stata una striscia negativa, già superata con alcune belle vittorie. Purtroppo poi sono tornati in una situazione negativa, ma già da domenica dobbiamo cambiare faccia, cambiare passo, non vogliamo vedere facce tristi che si piangono addosso. Pugno alzato e combattere”.

L’accordo con la Scaligera è per questa stagione o più lungo?

“Fino al 30 giugno, ma ci sono già opzioni per il futuro”.

Mariobasket